mercoledì 2 marzo 2011

Essere Capi Scout oggi, ha ancora senso?

Siamo in piena emergenza educativa. Ce lo sentiamo ripetere da tempo e da tutti i lati, ma ci siamo chiesti cosa significa veramente? Nella prolusione all’assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana del 25-29 maggio 2009 il card. Angelo Bagnasco ha ricordato come numerosi genitori ed insegnanti, ritenendo praticamente impossibile l’opera di educazione, vi rinunciano in partenza, assumendo atteggiamenti di rinuncia, alle volte non dichiarati ma effettivamente percepibili. Per molti adulti sembra già un risultato soddisfacente riuscire a trasmettere le nozioni di base del galateo o, in ambito scolastico, le nozioni fondamentali delle singole materie di studio.
Ma l’educazione è molto di più che istruzione. Educare significa risvegliarsi dal torpore che oggi ci stordisce per nutrire quell’uomo e quella donna, capaci di scegliere, in modo da alimentare un processo di crescita interiore mai finito.
Fare il capo scout oggi significa avere il coraggio di fare delle scelte importanti, chiare controcorrente per testimoniarle nella quotidianità per dare un grande segno di cosa significa libertà evitando di diventare schiavi di noi stessi spegnendo gli ideali. Ma significa anche la possibilità di cogliere il senso pieno dell’amore, che è dare, donare ogni giorno la propria vita per gli altri.
“Siamo qui perché abbiamo ricevuto una chiamata”. Con questa forte affermazione sono stato salutato all’arrivo di uno dei tanti campi di formazione a cui ho partecipato. Una chiamata che ci ricorda quella di Gesù fatta ai discepoli, per far prendere coscienza di come si deve essere in un mondo difficile, oscuro e ostile. E’ per questo che per noi capi, e per tutti noi adulti, oggi la sfida sembra più difficile, ma noi non ci tiriamo indietro: siamo qua per dare la nostra testimonianza e il nostro contributo consapevole.
Il sapore della vita è il mosto di tre grappoli: coraggio, libertà e amore. Non c’è libertà senza coraggio, non c’è amore senza libertà. E amore, libertà e coraggio sono la terra di Dio, sono il senso della croce, sono la patria di ogni vita vera.
Essere capo scout oggi significa scegliere liberamente e con coraggio di testimoniare l’amore di Dio, educando con competenza, responsabilità e coerenza.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Chi non ama non può educare: sarebbe strutturalmente impossibile. Educare significa letteralmente "GUIDARE DA", cioè guidare fuori da qualcosa, verso qualcos'altro. Ciò presuppone che l'educatore abbia un'esperienza a partire dalla quale muoversi, ed una meta verso cui muoversi.
Ma purtroppo non è così...
Oggi, tante volte, l'educatore è solo uno che ricopre un incarico di tipo formale, senza nessuno spessore esistenziale.
Cristo invece è l'educatore per eccellenza: ci ha tirati fuori dalle tenebre per condurci nella luce; e il suo processo educativo si è realizzato perfettamente, e cioè con il totale dono di sè.
Quando Gesù si faceva umile tra i peccatori, facendosi battezzare da Giovanni, STAVA EDUCANDO.
Quando ritardava ad andare da Lazzaro, sapendo che stava per morire, STAVA EDUCANDO.
Quando andava in collera nel Tempio di Gerusalemme, mostrandosi inflessibile e duro, STAVA EDUCANDO.
Quando lavava i piedi della sua futura Chiesa, sapendo che i suoi l'avrebbero lasciato solo, STAVA EDUCANDO.
Come ricompensa a questo suo averci tirati fuori dal buio, ha ottenuto una croce ed una morte spietata.
Oggi, il problema fondamentale degli educatori è dunque sostanzialmente il seguente: avere dimenticato che essere genitori, insegnanti, sacerdoti, catechisti, capi scout, animatori, etc., sono molti modi di declinare il medesimo imperativo: «Chi vuol venire dietro di me, prenda la sua croce e mi segua».
Senza la responsabilità che la croce richiede, non può esserci appagamento o soddisfazione alle proprie fatiche.
Ma sappiamo anche che, dopo una vita passata nel sacrificio educativo, un vero educatore riconosce, nel sorriso di un uomo che gli dice "grazie", la Risurrezione del Signore.
E questo lo ripaga di ogni cosa!

Unknown ha detto...
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